Napoli – Inter 1-1: dedicato a…

Napoli – Inter 1-1: dedicato a…

Di Paolo Esposito

Come ampiamente preannunciato, il posticipo della penultima giornata si chiude in pareggio e regala ad entrambe le squadre la matematica certezza del raggiungimento dei rispettivi obiettivi, ossia secondo e terzo posto per nerazzurri e partenopei. Partita che dura un tempo ed ha veramente poco da raccontare, a parte il botta e risposta Eto’o-Zuniga. E’ giusto, quindi, passare ai titoli di coda e ai ringraziamenti per gli artefici di questo campionato strepitoso.

AURELIO DE LAURENTIIS: il presidente al novantesimo è entrato in campo, ma ha lasciato la festa ai suoi ragazzi. Era visibilmente teso, poi si è sciolto con l’andare dei minuti, chiudendo con un discorso di elogio per tutti. E’ lui il vero artefice del trionfo: in un hanno e mezzo ha rivoltato la società, lo staff tecnico ma soprattutto la mentalità.

MARCO FASSONE E RICCARDO BIGON: rispettivamente DG e DS, sono stati la chiave del successo di questo gruppo. Nessuna società che si rispetti va lontano senza un’adeguata struttura organizzativa. L’uno è stato impegnatissimo sotto il punto di vista “politico”, schierandosi con le grandi del calcio e facendo sentire la voce di Napoli nelle stanze dei bottoni; l’altro si è dedicato anima e corpo al mercato, allo scouting e alla squadra. Di Bigon sono le intuizioni di Cavani e di Yebda, di Ruiz e di Mascara, tutti giocatori alla lunga importanti, se non decisivi, in questa spettacolare cavalcata.


WALTER MAZZARRI: è stato un po’ ingenuo, nel finale, a voler per forza infiammare la platea con le voci che lo volevano (e lo vogliono tutt’ora) lontano da Napoli. Non ha mai detto di voler restare a tutti i costi, ma nemmeno di voler scappare via. Per parlare di questo ci sarà tempo e sede opportuna, nel frattempo gli va detto grazie per aver messo sempre la squadra migliore in campo, per aver creato delle gerarchie nello spogliatoio e per aver migliorato il rendimento di alcuni giocatori, leggi Grava, Pazienza e Aronica, che da anonimi comprimari si sono trasformati in protagonisti assoluti sul terreno di gioco.

I GIOCATORI: da De Sanctis a Cavani, da Lavezzi ad Hamsik, da Campagnaro a Maggio, passando per Cribari, Iezzo, Sosa, Dossena e Zuniga. Non ne abbiano a male gli altri, l’elenco sarebbe troppo lungo, ma tutto il gruppo è riuscito nell’intento di creare un’alchimia perfetta al suo interno, capace di sfruttare i momenti positivi e di rialzare il morale quando le cose sembravano andare male. Una sola parola per loro: GRAZIE!

I TIFOSI: alzi la mano chi non additò i tifosi azzurri dopo i famosi “fatti” di Roma del 2008. Alzi la mano chi non fu d’accordo con il Ministro Maroni, che vietò per un anno le trasferte a tutti, pur in assenza di prove certe. A pochi anni di distanza, questa gente, con la sua educazione, la sua compostezza, i suoi applausi dopo le sconfitte, ha dimostrato di essere in Champions già da tempo. Piuttosto che giudicare sempre male l’operato di un popolo solo perché “napoletano” (detto a volte con accezione di spregio), si guardi con maggiore interesse a tutto ciò e si prenda esempio. Che la festa abbia inizio…

Paolo Esposito

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