Napoli – Genoa 1-0. Marekiaro suona la campanella: ci siamo quasi!

Napoli – Genoa 1-0. Marekiaro suona la campanella: ci siamo quasi

Di Paolo Esposito

Che non sarebbe stata una passeggiata di salute lo sapevano tutti. Ecco perché, a cominciare dallo stadio, i tifosi non avevano lasciato nulla al caso. Tutto esaurito il San Paolo, come è d’abitudine da qualche mese in qua, nonostante il diluvio che ha colpito Napoli per tutta la giornata di sabato. Poi di fronte c’era il Genoa, avversario da sempre ostico da affrontare, che sarebbe sceso in campo con la spensieratezza di chi non ha nulla da perdere.

Il primo tempo in effetti si gioca sul sottile filo dell’incertezza: da un lato gli azzurri sono visibilmente consci del fatto che buttarsi da subito a capofitto nella metà campo ligure potrebbe significare capitolare, come contro l’Udinese. Il grifone, invece, un po’ si difende ma un po’ ostenta una certa disinvoltura nelle ripartenze in contropiede. Il risultato è una prima frazione che regala due sole emozioni, una per parte. Pazienza manda di pochissimo a lato di testa, a seguito di cross di Lavezzi, direttamente da calcio di punizione. Dopo poco Kucka sferra un lungo-linea mancino dal limite, che si spegne di un soffio a lato.

La ripresa offre un Napoli più intraprendente, che ingrana la marcia giusta in vista del rettilineo finale. Non si contano le occasioni che i padroni di casa hanno per passare in vantaggio nei secondi 45’. Prima Lavezzi sbaglia dall’altezza del dischetto una palla regalata da una maldestra uscita di Eduardo. Poi un’incornata di Yebda (subentrato a Pazienza), da calcio d’angolo, viene intercettata ancora dal portiere portoghese. Ma il Napoli non si arrende e cerca la via del gol con sempre più insistenza. Dossena pennella un cross dalla sinistra che Cavani non riesce a correggere in rete per un’inezia. Ancora Lavezzi, che stavolta è bravo a prendere il tempo a Mesto, si vede respingere dall’estremo rossoblu una schiacciata di testa da cross di Maggio. Dopo pochi istanti è ancora Dossena a girare un traversone verso l’area piccola: non la prende nessuno, così arriva Cavani dal lato opposto e lascia partire un rasoterra che Eduardo è ancora bravo a respingere a terra.

Ma il gol è nell’aria, ed arriva al 38’ da cross di Aronica. Cavani spizza per Hamsik, che stoppa a seguire, portandosi il pallone quasi al limite dell’area piccola. Il suo diagonale è imprendibile e si spegne nell’angolo destro della porta genoana. Esplode il San Paolo, che non raffredda il suo bollore nemmeno con le secchiate d’acqua che arrivano dal cielo. Vince il Napoli, vince e convince. Si riprende dalle due battute d’arresto consecutive e ristabilisce le distanze con le dirette concorrenti per l’Europa che conta.

A questo punto molti in città non riescono a togliersi dalle orecchie quella musichetta, quell’allegro motivetto che risuona in TV e negli stadi il martedì e il mercoledì sera. C’è chi dice che non tutti, in società e in squadra, siano propensi ad ascoltarla a Napoli quella musichetta. Ma tant’è, in Europa ci va la squadra, a prescindere dagli uomini. Chi l’anno prossimo non se la sentirà ha già ricevuto una risposta, sabato sera, da uno striscione apparso in curva A, e cioè: “Chi vuole andare, vada. Chi vuol restare, ben venga. L’importante è che sia stata un’annata stupenda!”.

Paolo Esposito

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