Juventus – Napoli: c’è sempre una prima volta

Juventus – Napoli: c’è sempre una prima volta

Di Paolo Esposito

I meno giovani ricorderanno le sfide degli anni ‘60, al vecchio Comunale (l’attuale Olimpico). Era il Napoli di Dino Zoff, Ottavio Bianchi, dei napoletani Totonno Juliano, Enzo Montefusco, Sandro Abbondanza e… Omar Sivori. La Juve poteva contare su Anzolin, Salvadore, Menichelli, un giovane Barone Causio e su Gianfranco Zigoni, uno che non esiterà, in età matura, a paragonarsi a Pelè e Maradona. Qualcuno ricorderà pure i ’70, conditi da Savoldi, Chiarugi, Bruscolotti e Vinazzani in maglia azzurra e da Gentile, Scirea, Tardelli e Bettega in bianconero. Sfide nelle sfide per gli allenatori: Heriberto Herrera, il petisso Pesaola, Vinicio, ‘o lione, passando per un certo Giovanni Trapattoni.

Venne poi il ciclo dei grandi trionfi, dal Napoli di Maradona che annichilì il pubblico di casa con un perentorio 3-5 (anno di grazia 88/89), alla Juve di Lippi, capace a metà anni ’90 di salire in cima al mondo proprio nel momento in cui il ciuccio stava per scivolare irrimediabilmente nel baratro. I nomi di quei tempi farebbero rabbrividire entrambe le tifoserie, chi in un senso (Peruzzi, Davids, Zidane e Del Piero), chi nell’altro (Panarelli, Prunier, Pedros e Stojak).


La storia di oggi, invece, racconta di una prima volta. Mai, a memoria recente, Juve e Napoli si sono affrontate nell’indifferenza generale. Hanno tutti lo sguardo rivolto da un'altra parte. In casa bianconera, Agnelli e soci fanno i conti con il secondo fallimento consecutivo: via l’allenatore, via molti giocatori, dentro tante facce nuove, possibilmente importanti, incrociando le dita affinché l’anno prossimo vada meglio e facendo i conti con la mancanza di introiti, e di appeal, dovuta all’assenza dall’Europa. Tutt’altra aria si respira a Fuorigrotta, dove i festeggiamenti per la Champions, due cene celebrative in settimana, fanno da dolce contraltare all’incertezza sul futuro di Mazzarri. Restare per l’Europa o accasarsi altrove, col rischio concreto che se passa troppo tempo l’unico seggiolino disponibile sarà in tribuna? I dubbi, giocoforza, saranno risolti a breve.

Poco da dire sulle formazioni. Il separato in casa Del Neri, che tra qualche giorno cederà il posto ad Antonio Conte, schiera davanti a Buffon una linea a quattro formata da Sorensen, Barzagli, Chiellini e De Ceglie, al rientro da titolare dopo la lunga assenza per infortunio. Centrocampo a quattro con due ali, Pepe e Krasic, e due mediani, Marchisio e Felipe Melo. In attacco Matri e Del Piero. Il pensieroso Mazzarri, invece, darà spazio a chi ha giocato meno quest’anno, non stravolgendo il solito 3-4-2-1. L’inedita linea difensiva davanti a De Sanctis sarà composta da Santacroce, Cribari e Ruiz. A centrocampo Zuniga e Dossena agiranno ai lati di Yebda e Gargano, mentre in avanti si rivede Jose Sosa, al fianco di Mascara e alle spalle di Lavezzi.

La gara sarà arbitrata dal signor Rizzoli di Bologna, coadiuvato dagli assistenti Stefani e Faverani e dal quarto uomo Romeo.

Paolo Esposito

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