Napoli – Lazio 4-3: tutti ai piedi del Signore delle triplette!

Napoli – Lazio 4-3: tutti ai piedi del Signore delle triplette!

Di Paolo Esposito

Pronosticare una partita con molti gol è cosa difficile, pronosticarne una dalle tante emozioni altrettanto. Ma soltanto immaginare alla vigilia, anche lontanamente, novanta minuti come quelli di Napoli – Lazio è qualcosa che sfugge completamente all’umana comprensione.

Le lacrime, manco a dirlo, cominciano a sgorgare prima del fischio d’inizio, quando Edy Reja si presenta sotto la curva partenopea a ritirare un mazzo di fiori ed a raccogliere il saluto di quella che fu la sua gente. Poi un minuto di silenzio per Bob Lovati, dirigente e simbolo della Lazio, spentosi in settimana alla soglia degli 84 anni.

Confermatissimo il 3-4-2-1 napoletano che, rispetto all’ultima partita contro il Cagliari, presenta due differenze in difesa: Campagnaro rientra al posto di Santacroce e Aronica rileva l’ottimo Ruiz sul lato mancino. Il tecnico biancoceleste, dal canto suo, sopperisce alle defezioni di Radu, Matuzalem e Ledesma con un cambio tattico che prevede due mediani, Brocchi e Bresciano, alle spalle di una linea a tre, composta da Gonzalez, Mauri e Sculli, a supporto della prima punta Zarate.

Primo tempo già ricco di emozioni, con la Lazio in vantaggio alla mezz’ora grazie ad un incursione con tiro d’esterno di Mauri, che qualche secondo dopo, su azione molto simile, si divora il raddoppio. Ad inizio ripresa è ancora la Lazio ad andare in rete, con Dias che sfrutta il suo tempismo e una dormita di Cannavaro e soci, insaccando in spaccata su cross da punizione di Garrido. Da questo momento il Napoli sembra aver toccato il monolito nero di 2001: Odissea nello spazio. Mazzarri manda dentro Mascara per Pazienza e dopo appena due minuti, e nel giro di pochi secondi, mette a segno due gol. Prima Dossena è abile a smarcarsi sul secondo palo su punizione dalla destra di Lavezzi, poi Cavani corregge in rete di testa su sponda volante di Maggio.

Rimonta completata? Nemmeno per sogno! La Lazio segna con Brocchi, ma Banti non convalida perché ritiene che il tiro da fuori finito sulla traversa rimbalzi sulla linea (le immagini invece dimostreranno il contrario). Poi è la volta di Aronica, che insacca… nella sua porta su cross innocuo di Zarate respinto da De Sancits. Il Napoli a questo punto è frastornato e la manovra è confusa. Ma in una classica scena da “tutti avanti” si assiste a Cannavaro che serve di petto Cavani, il quale viene atterrato al limite dell’area piccola da Biava: rigore ed espulsione diretta. Il tiro dal dischetto viene trasformato dallo stesso Matador azzurro e Mazzarri, non contento, sostituisce Yebda con Lucarelli, disponendo nel finale di cinque attaccanti, più Maggio, contemporaneamente.

Il finale è thrilling, con la Lazio che difende e riparte e il Napoli che attacca in massa. A due minuti dalla fine, quando chiunque si accontenterebbe del pareggio, non foss’altro che per i nervi a pezzi, i sessantamila del San Paolo vedono un pallone spiovere a centrocampo sul quale si avventa Lucarelli: il livornese lo “spizza” per Mascara che, sempre di testa, lo prolunga per Cavani. L’uruguagio scatta sul filo del fuorigioco, controlla di petto e beffa Muslera in uscita con un pallonetto che manda per aria i cuori di una città intera.

Ennesima nota d’encomio per Edinson Cavani, un giocatore per il quale è ormai difficile trovare aggettivi. Qualche numero può sicuramente rendere meglio l’idea: 25 gol in stagione, miglior marcatore di sempre nel Napoli, terza tripletta stagionale, la seconda in campionato dopo quella alla Juve. Con il suo bottino personale, che in totale ammonta a 32 gol, in un solo anno si avvicina a simboli del passato come Zola, Giordano e Fonseca.

La classifica ora dice che il Milan capolista è a meno tre mentre l’Inter, sconfitta nel derby, viene ricacciata indietro di due punti. Al risveglio da questo sogno chi è di fede azzurra non può che alzare gli occhi al cielo e guardare… il ciuccio che vola! 

Highlights della partita

Paolo Esposito

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