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Alla ricerca della Juventus che fuDi Gianluca Di Maria
Finita la scoppiettante fase di calciomercato è tempo di cominciare a far sul serio, con le spietate verifiche sul campo e senza l’ausilio dei voli pindarici che solo la fase della campagna acquisti sa regalare. A molti tifosi, addetti ai lavori, opinionisti vari, la nuova Juve non convince. O meglio, non riesce a dare quella sensazione di squadra accreditata a competere per qualsivoglia obiettivo. In questa turbolenta estate si sono scritte pagine e pagine di varianti tattiche, di campioni potenziali e giovani promesse da acquistare. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Addirittura c’è un commento alquanto eloquente di un personaggio anti-juventino come Aldo Agroppi,, ormai lontano dal mondo del calcio, il quale riferendosi alla campagna acquisti della Juventus, ed ai suoi clamorosi rifiuti, dà questa definizione: ”Più che la Juventus, sembra la Juve Stabia”. Già, la Juve non appare più la stessa degli anni scorsi, oltre che sul campo anche in sede di calciomercato. Si è passati da una posizione di leadership (quasi) assoluta ad una condizione di semi-anonimato. O forse sarebbe più corretto definire il mercato bianconero, un mercato da provinciale ambiziosa.
Forse è proprio questa la nuova realtà juventina, avere la consapevolezza di non essere più ciò che si era,ma bensì gettare le basi per tornare ad esserlo, partendo ovviamente dalle fondamenta.Allora buon lavoro a tutti, da Marotta a Delneri, da Buffon a Del Piero, da Rinaudo a Traorè. Gianluca Di Maria
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