Chievo-Roma 0-2: Scudetto all'Inter

Chievo-Roma 0-2: Scudetto all'Inter

Di Fabrizio Landolfi

La Roma batte il Chievo grazie alle reti di Vucinic e De Rossi, ma è l’Inter a conquistare lo scudetto. Come era facile pronosticare i nerazzurri non hanno fallito a Siena, e pur faticando sono riusciti a conquistare la vittoria che vale lo scudetto con un gol del solito Diego Milito.

Alla Roma resta la soddisfazione di aver tenuto aperti i giochi fino all’ultima giornata, totalizzando la bellezza di ottanta punti in classifica e soprattutto dando filo da torcere alla corazzata Inter, una squadra che a metà campionato sembrava non avere rivali in Italia e che tra pochi giorni giocherà la finale di Coppa dei Campioni contro il Bayern. La giornata di campionato di oggi ricorda quella di due stagioni fa, con la Roma impegnata a Catania che sognava il sorpasso e l’Inter che trovava il gol della vittoria contro il Parma solo nel secondo tempo. Ma la storia di questo campionato e di questo testa a testa è stata ben diversa rispetto a quella di due anni fa: la Roma ai nastri di partenza era considerata, almeno dai più, una squadra più debole rispetto agli anni scorsi che poteva lottare eventualmente per il quarto posto. Invece è arrivata ben più in alto.

Oggi pomeriggio al Bentegodi di Verona sembrava proprio che la squadra di casa fosse quella giallorossa, anzichè il Chievo, grazie alla massiccia presenza di tifosi romanisti (circa diciottomila), che non hanno smesso di inneggiare alla loro squadra nemmeno dopo il fischio finale. La Roma è scesa in campo con maglia e pantaloncini neri, una divisa che viene usata in rare occasioni, mentre i giocatori del Chievo hanno indossato il loro classico completo gialloblù. Ranieri ha schierato Motta sulla fascia destra, con Cassetti dirottato a sinistra per supplire all’assenza di Riise, e la coppia Burdisso-Juan al centro; centrocampo formato da De Rossi e Pizarro in posizione centrale, e dal trio Taddei-Perrotta-Vucinic alle spalle dell’unica punta, il Capitano Francesco Totti. Si tratta del classico schieramento, di origine spallettiana, con cui la Roma ha giocato tante volte in questi anni. I giallorossi cercano da subito di fare la partita, senza pensare troppo a cosa accade nel frattempo a Siena, anche se non pensarci proprio sarebbe impossibile, ma anche il Chievo non ha intenzione di stare a guardare: dopo pochi minuti Pellissier dalla sinistra serve Bentivoglio in area di rigore, ma Julio Sergio blocca la conclusione del giocatore clivense. La Roma cerca di produrre gioco offensivo, ma sembra faticare a trovare spazio nella difesa avversaria. Al 22’ splendida azione con Motta che avanza dalla fascia destra e serve Perrotta al limite dell’area: il centrocampista appoggia di testa per Totti, scattato in area sulla destra, che calcia forte e coglie l’incrocio dei pali. Ma la Roma continua a spingere e sfiora il gol in altre occasioni, con un’altra conclusione del Capitano e con un bel cross di Taddei, che Vucinic e lo stesso Totti mancano di un soffio. Nel frattempo a Siena il risultato è ancora fermo sullo 0-0. Al 39’ Daniele De Rossi avanza sulla fascia destra e lancia lungo per Vucinic, che scatta inseguito da un difensore del Chievo, stoppa la palla di petto e batte il portiere Squizzi con un gran destro. E’ il gol del vantaggio romanista: a questo punto la squadra di Ranieri è “virtualmente” prima in classifica. I giocatori non s’illudono e continuano a giocare con freddezza, al 45’ arriva il gol del 2-0: Pizarro si trova fuori area con la palla tra i piedi e con la difesa del Chievo tutta schierata, pronta a rubar palla per ripartire, e decide di appoggiare all’indietro per De Rossi. Il vicecapitano giallorosso lascia partire uno dei suoi potentissimi tiri da circa venticinque metri e la palla entra in rete come un fulmine. E’ un gol strepitoso, segnato dallo stesso giocatore che aveva fatto l’assist a Mirko Vucinic per il primo gol: a dispetto delle critiche subìte nelle ultime settimane Daniele De Rossi si conferma un calciatore decisivo di questa squadra. Pochi istanti più tardi si va al riposo, l’Inter è ancora ferma sullo 0-0 contro un Siena determinato e combattivo che sta facendo il possibile per tenerle testa, quindi i tifosi romanisti sognano che la situazione non cambi fino alla fine.

Nell’intervallo i tecnici Ranieri e Di Carlo non operano nessuna sostituzione, il secondo tempo inizia dunque con gli stessi uomini in campo; la Roma si limita per lo più ad amministrare il vantaggio, cercando di mantenere il possesso palla, mentre i gialloblù tentano di accorciare le distanze. Prima si rende pericoloso Pellissier in area di rigore, che viene fermato dall’ottimo intervento di Nicolàs Burdisso: da segnalare la buonissima prestazione del difensore argentino, al pari di quella del compagno di reparto Juan. Poco dopo Bentivoglio batte un’insidioso calcio di punizione in area di rigore, ma Julio Sergio riesce a parare nonostante la pressione di Granoche, che tenta di deviare in porta di testa. Nel frattempo arriva da Siena la notizia del gol di Milito che vale il vantaggio dell’Inter. E’ la notizia che tutti i tifosi e i giocatori della Roma non avrebbero mai voluto ricevere, anche se razionalmente si aspettavano che arrivasse da un momento all’altro. Da questo istante in poi i ritmi rallentano sul campo del Bentegodi, le due squadre continuano a giocare senza troppo agonismo, mentre rimbombano come prima, anzi di più, i cori dei tifosi romanisti presenti. Totti e Vucinic sfiorano il terzo gol, venendo anticipati entrambi di un soffio, nella stessa azione, davanti alla porta avversaria. Claudio Ranieri sostituisce Cassetti sulla fascia sinistra con Max Tonetto, poco dopo Motta e De Rossi accusano qualche problema fisico e il tecnico giallorosso li fa uscire dal campo per non rischiare: al loro posto rispettivamente Philippe Mexes e Matteo Brighi. I minuti passano, la Roma difende bene il risultato e i più ottimisti tra i sostenitori giallorossi sperano in un clamoroso pareggio del Siena, magari a pochi istanti dal termine. Purtroppo la sorpresa non arriva, al fischio finale la Roma è ufficialmente seconda classificata alle spalle dell’Inter, vincitrice dello scudetto, che batte il Siena per 1-0.

E’ l’epilogo di una stagione indimenticabile, iniziata dalla squadra giallorossa con poche ambizioni e tra mille polemiche per il mancato cambio di proprietà e per una campagna acquisti apparentemente inadeguata. Dopo due giornate di campionato la Roma era ultima in classifica senza punti, avendo perso contro Genoa e Juventus: l’allenatore Luciano Spalletti decise di rassegnare le dimissioni, non sapendo più cosa fare per risollevare le sorti di una squadra in piena crisi. Al suo posto arrivò Claudio Ranieri, un allenatore romano e romanista, che ha dovuto lavorare duramente per cambiare la mentalità di un gruppo che ormai aveva perso la fiducia. Giorno dopo giorno la Roma, tra mille difficoltà, ha iniziato ad inseguire le zone più alte della classifica, sperando di arrivare al quarto posto che vale l’accesso alla Champions. Siamo a maggio, il campionato è terminato e quella squadra che sembrava da rifondare è arrivata seconda, a soli due punti da un’Inter considerata da tutti inattaccabile. Ottanta punti, ventiquattro risultati utili consecutivi, ed una lotta terminata solo oggi contro una squadra che nella scorsa estate ha arricchito la sua rosa già molto competitiva con gente come Eto’o, Milito, Thiago Motta, Sneijder, Lucio ed Arnautovic per poi aggiungere anche Pandev e Mariga.

Qualcuno, nell’ambiente romanista, ritiene che il grande errore di questa stagione è stato perdere la partita contro la Sampdoria, nella quartultima giornata: in effetti, se la Roma avesse vinto quella gara sarebbe campione d’Italia, ma non va dimenticato che nell’intero girone di ritorno i giallorossi hanno vinto quasi tutte le partite, a volte a tempo scaduto, a volte soffrendo molto, pareggiandone solo qualcuna. Dunque, una sconfitta ci poteva stare: anzi, è logico che dopo un lungo periodo d’imbattibilità una squadra perda una gara, prima o poi. I tifosi giallorossi possono e devono essere orgogliosi di questa stagione, nella quale Ranieri e i suoi non potevano fare meglio di quanto hanno fatto.

Fabrizio Landolfi

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