Roma: Conferenza Stampa Luciano Spalletti alla vigilia di Roma - Cagliari

La conferenza stampa integrale di Luciano Spalletti alla vigilia di Roma-Cagliari.

Arriva il Cagliari e si è spinti a pensare che la Roma di questi tempi è in grado di superare in scioltezza ostacoli come questi. C’è troppo ottimismo?
“Se si usa la parola scioltezza il rischio si va a correre. Basta vedere gli ultimi risultati, mi sembra che ha battuto la Fiorentina, ha battuto il Palermo, ha pareggiato a Napoli. Il Cagliari ha gli stessi punti nostri per cui pensare di prendere sotto gamba queste partite sarebbe sintomo di presunzione, il peggior nemico che si possa avere nel mondo dello sport”.

Che squadra è il Cagliari?
“Loro hanno passato un periodo iniziale di difficoltà, dove non riuscivano a trovare la quadratura della squadra. Ora hanno equilibrio, hanno forza, hanno corsa e hanno Daniele Conti, che a differenza del padre in campo sa fare tutto. E’ diventato veramente un calciatore completo, probabilmente si è accorto delle cose che non sapeva fare lui e le ha date al figlio. Sa contrastare, sa impostare e sa fare gol e di conseguenza il Cagliari è una squadra difficile. Si sta confermando anche Acquafresca e Jeda è un giocatore difficile da marcare. Per cui c’è da essere bravi”.

Senza Brighi e Taddei la Roma può sostenere il modulo a rombo?
“Il vecchio modulo lo abbiamo messo da parte e quello nuovo lo possiamo sostenere anche senza Brighi e Taddei. Giocatori come Riise, Cassetti e Cicinho possono benissimo fare l’interno di centrocampo per quelle che sono le funzioni e le caratteristiche dentro il nostro contesto”.

Davanti lei può fare un minimo di turnover. Pensa di far riposare Menez visto che ha giocato molto negli ultimi tempi?
“Io penso che quando si parla di squadra, di rosa, tutti i calciatori sono molto importanti. E’ chiaro che il pensiero e le attenzioni vanno sempre verso alcuni dettagli, però avendo tre partite in una settimana non è un problema giocare una partita in più o in meno. L’importante è mantenere sempre gli stessi stimoli, le stesse attenzioni, per quelli che sono i risultati che dobbiamo conseguire, per le vittorie che dobbiamo fare. Menez può giocare. Non vedo perchè dovrebbe essere diversamente. Tutte le volte si va a fare delle differenze che non dovrebbero esistere. Dal punto di vista nostro la cosa va guardata diversamente. Non abbiamo da fare la formazione per indovinarci, tentare di essere più bravi di qualcun’altro. Dobbiamo fare la formazione con attenzione tenendo tutti stimolati, guardando quello che può essere il dettaglio che aiuta la squadra a vincere. Ora abbiamo totalmente accantonato uno come Vucinic che nella partita contro il Chelsea ha fatto due gol e che soltanto un grande campione può riuscire a fare. Ora c’è Menez, e Vucinic non è più buono. O almeno non può essere messo in contrasto con Menez. Questo è sbagliato e io spero che i giocatori la vivano in maniera diversa queste differenza che lei vorrebbe fare”.

Dopo le parole di Totti, lei riconferma che la Nazionale e il capitano possano ritrovarsi in qualche modo?
“Questa è la conferma del rapporto che c’è tra i due. La conferma che Francesco è un ragazzo responsabile, perchè nel momento in cui aveva più difficoltà e non poteva dare il contributo che la nazionale merita ha fatto un passettino indietro. Adesso si sta allenando con più continuità e si sente bene”.

A lei piacerebbe vedere la nazionale con Totti in campo?
“A me piace la nazionale forte. E in una nazionale che vinca le partite è chiaro che Totti ci si incastra da solo”.

Pizarro come sta? Può essere inserito in questo nuovo modulo?
"Pizarro è anche più facile. Oltre a metterlo negli altri ruoli, lo posso mettere anche sopra un altro. Fisicamente è uno che ha avuto dei problemi e di conseguenza si sta allenando anche per trovare la condizioneche probabilmente non può avere. Però ha talmente qualità, ha talmente estro e tecnica che riesce a sopperire anche a dieci metri di meno. Anche perchè quella è la sua prerogativa, è un giocatore che si fa notare attraverso la qualità e non attraverso il volume".

Vucinic non sembra al massimo. In previsione della gara di domani lei farà questa valutazione?
“Per riuscire a sapere quello che può essere il mio pensiero rispetto alla scelta diventa difficile anche da queste sfumature. La formazione la farò domani, c’è l’allenamento oggi pomeriggio, di conseguenza tantissime, piccole valutazioni si fanno sull’evidenza e sulla pratica. Io penso che i convocati siano tutti nelle condizioni giuste a parte Pizarro che è stato un periodo fuori”.

Che tipo di gara vuole vedere? Quali sono le insidie?
“Le insidie sono quelle che ho detto prima. Il Cagliari è una buona squadra, Allegri sta facendo un buon lavoro. Se vieni da alcuni risultati positivi ne subisci l’entusiasmo e loro hanno questi ingredienti. Più delle qualità individuali che sono delle conferme in base a quello che avevano fatto vedere nel girone di ritorno l’anno scorso. Allegri ha fatto subito intravedere di avere la stoffa per fare questo lavoro nel migliore dei modi. Noi dobbiamo essere bravi a non calare in niente di quello che è stato il nostro modo di interpretare le ultime partite. Dobbiamo dare il massimo di quello che abbiamo a disposizione”.

Esiste il pericolo di una ricaduta di risultati oppure non ne intravede il rischio?
“Le insidie ci sono sempre. Da questo periodo noi siamo usciti molto rafforzati. Abbiamo fatto un’esperienza forte, che ci ha dato spessore e che di conseguenza ci riaccadrà più difficilmente”.

Lei aveva detto che dopo la partita di Champions avrebbe indagato sugli infortuni e sul perché ci sono dei giocatori che faticano a ritornare in forma. Ha indagato?
“No non ho detto indagherò. I medici sono più bravi di me, i preparatori in questo senso hanno molto più esperienza, è il loro lavoro, è chiaro che cercheremo di approfondire nel migliore dei modi quella che è una analisi, una valutazione affinché si riesca sempre a migliorare. Si lavora sempre per migliorare e non per accumulare, ecco, anche in questo senso bisogna sempre fare di più, ecco, e poi visto quelli che sono stati i problemi ai quali abbiamo dovuto sopperire in questa stagione, ma anche nelle altre. Ho parlato con Alberto che venendo da me mi è sembrato dubbioso su quelle che potessero essere le possibilità e i rischi di far parte della squadra e giocare delle partite, meglio non andargli a creare il problema psicologico perché quando uno non è tranquillo e ha timore che gli succeda qualcosa è quando va a rincontrarlo”.

A proposito delle dichiarazioni di ieri di Aquilani sul riposo e non scendere in campo per evitare rischi, può voler dire che magari l’ultimo problema fisico che ha avuto in ordine di tempo, quello della partita di Cluj, era più serio del previsto?
“Noi lo abbiamo valutato subito un problema serio, è chiaro che poi si cerca sempre di parlare in maniera positiva e propositiva, poi il ragazzo lavorandoci sopra ha visto che non riusciva ad essere più tranquillo al di la di quello che poteva essere il dolore e il recupero di quel problema li, perché lui va a fare una considerazione più generale e visto quello che gli è successo negli ultimi periodi abbiamo deciso così”.

Dopo la partita di Champions Doni non si è mai allenato sul campo, ha fatto sempre il differenziato, questo lo mette in dubbio per la partita di domani?
“No, quando ci sono tutte queste partite così ravvicinate e quando uno viene impiegato sempre, come è successo a lui, saltare due allenamenti non fa assolutamente niente, anzi può far bene fermarsi un attimo”.

Le presenze in tribuna nella partita con il Bordeaux erano abbastanza ma non quante ne avrebbe richiesto un appuntamento così importante, non sarebbe il caso di far capire ai tifosi “noi ci siamo svegliati, noi ci siamo ripresi, perché non ci riuscite a venire più vicino?
“A me è sembrato che fossero molti perché li ho sentiti e bene, ai ragazzi uguale. Sotto l’aspetto della fiducia, dell’entusiasmo e dell’affetto non possiamo sicuramente chiedere di più, va bene così e loro sono una parte fondamentale delle nostre espressioni”.

Prima ha detto che siete usciti rafforzati dalla crisi, qual è la caratteristica che ha trovato di più questa squadra in questo periodo? La cattiveria?
“Le qualità dei giocatori che abbiamo preso si sono riuscite a riconoscere e sono qualità che possono dare un aiuto alla completezza della squadra da esibire dentro le partite, come avevamo detto precedentemente Riise e Baptista alzano quella che è la forza e la possibilità di avere una struttura più potente, Menez è un giocatore che ha le stesse qualità di Mancini e mi sembra che lo faccia vedere con buona continuità ora che l’ho usato i più. E’ chiaro che poi c’è sempre una considerazione caratteriale da fare e lui riesce ad esprimersi meglio in un contesto che funziona come avevamo detto precedentemente. E poi mi sembra che con questo nuovo modulo di gioco ci siano delle possibilità importanti a mettere i giocatori in più ruoli, per cui è un vantaggio, come si diceva con Cicinho Cassetti e Riise nel ruolo di esterni”.

Quindi non Pizarro?
“Ho detto che abbiamo delle alternative. Con Pizarro diventa facile comporre il rombo di centrocampo ma poi non hai alternative come è successo poi nelle partite dove ho dovuto cambiare qualcosa e sono andato a metterci una volta anche Cicinho che questo ruolo qui può farlo benissimo e anche Cassetti e Riise, perché lui in precedenza ha già fatto l’interno di centrocampo e il centrale difensivo, pure l’esterno di centrocampo, però dipende sempre dal risultato che vuoi conseguire, dal tipo di partita che è, però poi essendo la Roma spesso ti trovi a dover impostare e attaccare e quando un giocatore sulla esterna è costretto a giocare spalle alla porta ci vogliono determinate caratteristiche e lui probabilmente sarebbe in difficoltà”.

Cosa manca alla Roma, adesso che è passata per prima nel girone, per essere inserita nelle grandi d’Europa?
“Mi sembra che tutti ci hanno fatto i complimenti e sono cambiati i numeri nella considerazione di una stretta gerarchica nell’importanza dei club a livello europeo in base ai risultati fatti”.

C’è qualche aspetto dove bisognerebbe crescere?
“Quella di vincere la coppa e la cosa è difficilissima, non impossibile ma difficilissima”.

Anche secondo lei, dopo l’intervista di Totti, Calciopoli non è mai finita?
“Non lo so se è finita ma appartiene ad un calcio passato nel quale è bene non tornarci sopra”.

Si parla moltissimo del mercato di Gennaio, senza fare nomi, facendo finta che lei sia l’allenatore della Roma in che settore vorrebbe rafforzarsi ed avere più scelte?
“Da giornalista posso cercare di interpretare, da tecnico no perché “si parla moltissimo” voi, io no, mai parlato di mercato per cui ho detto che a me stanno bene questi calciatori qui e secondo me ci sono delle priorità prima di parlare di mercato, ci sono delle cose da fare che farebbero crescere la squadra che diventano più importanti di un calciatore. Bisogna mettere a posto quelle situazioni che ci hanno dato la possibilità di crescere, e ce ne sono da mettere a posto quella che è la capitalizzazione della società che diventa fondamentale”.

E i contratti ed i rinnovi dei giocatori?
“Anche i contratti, dare forza a quelli che devono far rispettare la società e le regole della società, i direttori e il contratto giusto per i direttori perché sono poi che fanno rispettare le situazioni che riguardano la squadra e la società tutta. Poi secondo me ci sono altri aspetti come l’identificazione, noi dobbiamo avere delle cose nostre, lo stadio va bene perché già molte squadre all’estero lo stanno facendo pur impoverendo quello che dovrebbe essere poi l’investimento dal punto di vista tecnico. Lo ritengo corretto, Trigoria deve fare entrare gli sportivi, ci vuole una tribunetta dove ogni tanto fare entrare i tifosi e farli stare a contatto con i calciatori e di conseguenza sono investimenti da fare. Le strutture nostre devono essere complete e totali perché nessuno abbia il dubbio di poter dire che “mi manca questo e di conseguenza non posso rendere”. Dobbiamo mettere a posto delle cose e completare quello che è il nostro parco attrezzature perché poi ce ne è bisogno per far funzionare al meglio i calciatori. Ai calciatori e all’allenatore non vanno dati alibi di alcun tipo”.

Riise, a me è sembrato in crescita, è perchè si sta ambientando o perché lei ci ha lavorato tatticamente o perché dipende da questo carattere di cui spesso si è parlato.
“Sicuramente è un ragazzo caparbio e volenteroso come hai detto tu, questo ragazzo aveva bisogno, visto che è un ragazzo semplice e dolcissimo nei rapporti, aveva bisogno di un po’ di confidenza per riuscire a sciogliersi, è chiaro che qualche risultato l’ha aiutato molto ed ora si comincia ad essere anche un po’ di intesa avendo giocato qualche partita insieme agli altri per cui comincia ad avere più collaborazione nelle cose da sviluppare”.

Una squadra che va meglio come risultati e come cammino aiuta tutti quanti i giocatori anche Loria che ha avuto un impatto un po’ duro con Roma e la Roma.
“Uno come Loria perché viene dal Siena non gli si perdona niente. Che colpe gli si vogliono dare a Loria? Perché l’ho tolto ad Udine? Io l’ho tolto per poter tentare di fare qualcosa sotto l’aspetto tattico e sotto l’aspetto qualitativo e ho fatto entrare De Rossi nella linea difensiva. Non mi sembra sia andata meglio, è stata una scelta sbagliata mia e non vedo che colpe abbia Loria, poi per quanto riguarda l’episodio del gol, o l’episodio soggettivo di una qualsiasi partita abbia giocato se si va a vedere bene non è mai colpa del singolo calciatore ma è sempre colpa di un atteggiamento di reparto e colpa di come è stata fatta preparare l’azione, se ne trovano di inserire di colpevoli. Invece se uno viene dal Siena e ha giocato nelle partite che si son perse la colpa è solo sua, non è così da un punto di vista mio”.

Lei ha detto che Montella sta tornando quello di prima, che spazio può ritagliarsi in questa Roma, in che ruolo e visto l’interessamento del Bologna al giocatore?
“Secondo me è un giocatore che poi nonostante in quel reparto posso averne diversi a disposizione si è trovato un po’ di equilibrio sotto tutti gli aspetti, sia in funzione di fare gol che di contributo alla squadra, lui sta facendo vedere in allenamento che se lo usassimo darebbe la qualità che ha fatto vedere a tutti. E’ chiaro che le valutazioni vanno fatte dentro questo contesto qui, di un reparto che attualmente funziona. Però ci saranno diverse partite e lui può tornarci molto utile”.

Tra le strutture da potenziare a Trigoria ci sono anche i macchinari medici?
“Questa è una domanda che dovete fare al dottor Brozzi, io lo guardo da un punto di vista mio e di crescita proprio per quello che viviamo dentro questo contesto. L’aspetto dei tifosi è una cosa particolare, i tifosi bisogna renderli partecipi e sentirsi poi dentro la Roma e di conseguenza questo fatto della tribuna qui a Trigoria per incontrare anche i bambini che vengono qui a sostenerci e a vederci. Per quanto riguarda le strutture ci vuole la piscina coperta perché con tutte queste partite ravvicinate il giorno dopo le partite non si riesce ad allenarsi perché i giocatori hanno problemi di ematomi e stanchezza fisica, e allora avere un mezzo per farli allenare che scarichi le articolazioni da quello che è il movimento dà grande beneficio. Con tutte queste partite ravvicinate ci sono molti infortuni e la piscina diventa fondamentale ed è una cosa che ci vuole. Poi prima mi sono dimenticato questo fatto dei calciatori, ci sono dei calciatori che si sono rimboccati le maniche nei momenti particolari e di difficoltà e sono riusciti poi a tirar fuori la Roma da dei momenti difficili. Di questi giocatori che hanno pedalato forte bisogna ricordarsi”.

All’interno di questi discorsi ci sono anche i vari rinnovi contrattuali da fare. Un allenatore in questi casi può intervenire o si limita a preoccuparsi?
“Per quanto riguarda le durate contrattuali e le cifre questo io non lo posso fare, non è il mio ruolo e non lo posso fare. Un allenatore ha un ruolo parziale dentro una scoietà. Il diretto e la proprietà ha un ruolo diverso sotto questo aspetto, perchè rientra nelle loro competenze. Ci sono stati dei calciatori che sono stati fondamentali. Tutto quel gruppo lì. Tipo Tonetto? Sì, tipo Tonetto e quel gruppo lì che hanno da rinnovare. Sono partiti insieme tre anni fa e hanno determinato che ora ci sia quest’attenzione verso i risultati della Roma, o almeno hanno determinato i risultati che la Roma ha ottenuto. Poi si cerca di crescere, si cerca di dare ancora più qualità, però di questi non dobbiamo dimenticarci perchè sono quelli che ci hanno permesso di andare a fare determinati nomi e a prendere giocatori di un certo livello. Senza quei risultati lì sarebbe stato più difficile. Bisogna continuare a progettare, bisogna essere nelle condizioni di programmare sempre tutto perchè attraverso questo si sopperisce a molte difficoltà che difficilmente possono essere colmate se si prendono come riferimento quelle squadre tipo Chelsea, Real Madrid, Milan e Inter. Soltanto attraverso l’organizzazione, le conoscenze, una struttura all’altezza. Noi abbiamo questa possibilità e molte altre”.

Un allenatore che parla così non è un allenatore che pensa di andar via dalla Roma.
“L’allenatore ha quel ruolo lì e la struttura che dicevo prima, quelle sono le cose fondamentali. Giocatori forti perchè son loro che vanno in campo. Questo è un altro discorso ed è gestire al meglio queste cose fa la differenza”.

Spera in un pareggio tra Juve e Milan? Cosa si aspetta da questa partita?
“Che facciamo, speriamo nel pareggio degli altri? Siamo ancora troppo dietro in classifica per fare discorsi di questo livello. Sarà meglio sperare nelle nostre vittorie visto dove siamo in classifica. Siamo ancora troppo dietro per poter fare discorsi di questo livello. Secondo me è una gara particolare, ci sta qualsiasi risultato. La differenza la farà l’attacco del Milan e la difesa della Juve”.

Da Romanews.eu

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