Roma, Totti: "Supercoppa? A disposizione" (Il Romanista)

117 GIORNI DOPO L’INFORTUNIO,OTTIMO RIENTRO PER IL CAPITANO

Totti:«Supercoppa? A disposizione...»

«Se continuo così, potrei farcela il 24. Baptista? Finalmente»
Spalletti: «Farà parte del gruppo che partirà per Milano»

Di FRANCESCO ODDI
L’ingresso, al minuto 57, e 57 secondi, il primo
pallone toccato, in orizzontale, a centrocampo,
dopo un paio di minuti, visto che il gioco è
rimasto fermo a lungo per far uscire Cicinho. Subito dopo
arriva il primo lancio, a destra, per Virga, anticipato:
l’esterno di Monterotondo sarà il bersaglio preferito dei
lanci di Francesco Totti. Che solo alzandosi dalla panchina,
al 3’ della ripresa, ha dato fiato ai tanti tifosi della Roma
presenti. Al 6’ Vito Scala è stato pizzicato dalle telecamere
in un gesto che avrebbe potuto essere equivocato e
che invece voleva dire che aveva bisogno di un pallone, al
13’ l’attesissimo ingresso in campo, accompagnato dal
boato dello stadio: a fargli posto Stefano Okaka, fino a quel
momento uno dei migliori, stimolato da una concorrenza
che, ora che Totti è tornato e Julio Baptista è arrivato,
rischia di stritolarlo.
È tornato subito a fare il centravanti il capitano giallorosso,
davanti a un tridente neppure troppo improvvisato:
soluzione temporanea giusto Virga a destra, definitive
– Baptista e infortuni permettendo – quelle di Perrotta
trequartista e Vucinic all’ala sinistra. Un centravanti
ancora più atipico del solito, perché con Brighi al posto
di De Rossi (cori anche per lui, per le tristissime vicende
familiari di questi giorni) la qualità del centrocampo non
è quella dei giorni migliori, e i lanci del Capitano si rendevano
ancor più importanti. Tre minuti dopo il suo ingresso
in campo il Frosinone ha cambiato mezza squadra,
e Totti si è trovato a giocare non solo contro una formazione
di serie B, ma contro le riserve della stessa, che
però correvano e picchiavano anche più degli altri. Come
il giovanissimo austriaco Gucher, centrocampista classe
’90, che a cinque minuti dalla fine lo ha messo giù da dietro,
e subito dopo la fine della partita, mentre il Capitano
stava andando sotto la curva a battere la mani ai tifosi, gli
ha dato un buffetto come a scusarsi. Con tutto che Totti
proprio di quello aveva bisogno, dei calci degli avversari,
l’unica cosa che non poteva avere in allenamento.
«Le sensazioni che ho avuto sono state positive - ha
confermato a Roma Channel - era normale che all’ingresso
in campo fossi un po’ agitato, ma dopo i primi dieciventi
secondi ero nuovamente tranquillo. Sono fiducioso,
il ginocchio sta andando bene, in questo momento mi
mancava proprio questo, prendere qualche colpo, e convivere
con qualche piccolo dolore. Ma penso proprio di
essere a disposizione per la Supercoppa, basterà andare
avanti su questi livelli». Livelli decisamente positivi, come
si è capito quando al 28’ lo si è visto scattare in pressing
sul portiere Chiodini, che pure era in netto vantaggio,
cose che non sarebbero neppure richieste a un giocatore
appena rientrato da un infortunio di quattro mesi
(neppure compiuti, la partita col Livorno si è giocata
sabato 19 aprile), ma solo a uno nel pieno delle forze. O al
30’, quando è andato a battere un fallo laterale per accelerare
la ripresa del gioco, come se fosse una partita vera,
e non solo un’amichevole dedicata più che altro a lui, oltre
che ad Artur Gusmao, un altro che per motivi opposti
si sta preparando al meglio per la Supercoppa.
Non è riuscito ad andare al tiro Totti, neppure a vestire
la fascia di capitano – ce l’aveva già Panucci, e da regolamento
un titolare può togliersela solo se viene espulso
o sostituito – ma il fiato lo ha allenato, specialmente
quando la Roma è rimasta in dieci per l’infortunio a cambi
esauriti di Vucinic. Che preoccupa, ma a Totti hanno
fatto solo domande liete, come sull’arrivo di Julio Baptista.
«Finalmente… era un mese e mezzo che stava sulle
prime pagine dei giornali, ormai nessuno pensava che arrivasse
». Chiusura inevitabile sulla rivale della Supercoppa,
e sul suo nuovo tecnico. «Mourinho ha già dimostrato
di essere un grande allenatore. Ma speriamo che
non riesca a far bene già dal primo anno. Con tutto che
quest’anno bisognerà fare i conti anche con Juventus e
Fiorentina». Qualche minuto dopo, negli spogliatoi, la
promozione più attesa, quella di Spalletti. «Si è impegnato,
ci ha messo il piede, e ha disputato una buona prova.
È un professionista serio, e farà parte del gruppo che partirà
per Milano».

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