L’ESTERNOMalouda, il Chelsea rilancia per Robinho
Abramovich porta a 30 milioni
la sua offerta per l’attaccante
Di DANIELE GALLI
Premessa, opportuna. Il filo che lega l’operazione
Malouda a quella Robinho è sottile.
Alquanto sottile. Se Robinho riuscisse a
lasciare Madrid, sarebbe più facile arrivare Malouda,
è chiaro. Se così non fosse, tuttavia, la Roma
tirerebbe diritto cercando di convincere in
ogni modo Abramovich, il diggì Kenyon e Scolari
a cedere il giocatore. Fatti gli opportuni distinguo,
la novità è che il Chelsea non ha assolutamente
mollato la pista Robinho, dichiarato incedibile
dal presidente del Real, Ramon Calderon.
Lo Zar Roman non è tipo abituato a sentirsi dire
di no, e ha rilanciato. Se prima erano stati offerti
alle merengues 25 milioni di euro, da ieri sono 30.
Nell’ipotesi che il Real stesse giocando al rialzo, il
sistema ha funzionato. Sebbene in Spagna dicano
e scrivano che l’attaccante non si muoverà da
Madrid, e che il brasiliano sta semplicemente facendo
leva sull’interesse di Abramovich per strappare
un contratto migliore, in Inghilterra giurano
sul contrario. Il Chelsea vanta il sì incondizionato
del brasiliano. Il suo manager, Wagner Ribeiro,
continua a ripeterlo a destra e manca: «Il giocatore
vuole andare, perché è stufo di come il Real
lo sta trattando». Calciatore e procuratore citano
l’esempio di Cristiano Ronaldo: «Voglio il Chelsea
come lui vuole il Real. È la stessa situazione».
Robinho o non Robinho, la Roma non resta alla
finestra. A dire il vero, non c’è mai stata. A Trigoria
stanno lavorando sotto traccia da aprile.
Tutto ebbe inizio quando la società telefonò a
Londra per conoscere il prezzo del francese. «Il
cartellino di Florente costa 15 milioni. Vi interessa?
». A 15 milioni, sì. I contatti tra i due club hanno
iniziato ad infittirsi e una svolta, in un verso o
per l’altro, è attesa nei prossimi giorni. Ieri Pradè
non era a Londra. C’è stato chi ha legato la sua assenza
ai contrattempi dell’affare Robinho. Oppure
chi ha pensato che l’operazione Malouda fosse
saltata. Assolutamente no. Pradè non è volato a
Londra perché non avrebbe trovato l’interlocutore
di riferimento, Peter Kenyon. In Inghilterra sostengono
che già oggi il diggì dei Bluestornerà ad
essere operativo nei suoi uffici londinesi. Roma e
Chelsea riprenderanno a parlarsi. Un ostacolo è
tecnico. Meglio, è il tecnico. Luis Felipe Scolari
non vorrebbe privarsi di Malouda senza avere prima
un’alternativa. Di lusso. Le idee, in questo
senso, allo Stamford Bridge non mancano. C’è un
fiorente mercato di esterni (vedi il talentuoso David
Silva, ancora in bilico tra Valencia e resto del
mondo) dove un club come il Chelsea è in grado
di attingere. Roman Abramovich non è uno che
bada a spese. Il Real dice di non voler vendere Robinho?
Bene, offriamo altri cinque milioni, dieci
miliardi di vecchie lire. Figuriamoci se il magnate
russo avrebbe difficoltà a rimpiazzare Malouda,
che peraltro nella passata stagione non ha brillato.
Gli inglesi lo hanno pagato 20 milioni dal
Lione, con 15 se ne potrebbero disfare. A Trigoria
sarebbero ben lieti di fungere da “discarica”. Sarà
il secondo grande colpo di mercato della Roma,
dopo Baptista. La pessima (eufemismo) prestazione
del White Hart Lane ha convinto la società
sulla necessità di investire presto e bene. Un concetto
che si può tradurre con un nome e un cognome:
Florente Malouda.
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