
Unicredit-Sensi,attesa la firma
A ore la banca dovrebbe sottoscrivere il nuovo piano di rientro del debito
Manca solo la firma. No, non è una trattativa
di mercato, ma quasi. Perché la firma
di Unicredit sul piano di ristrutturazione
di ItalPetroli è vicina ma non è ancora arrivata.
Sarà annunciata con un comunicato ufficiale
che la holding della famiglia Sensi diffonderà
nelle prossime ore. Si tratta di una operazione comunque
destinata ad andare a termine, perché
resasi necessaria dopo che il vecchio piano di
rientro del debito (380 milioni, di cui 340 verso
Unicredit, che è anche azionista al 49% di ItalPetroli)
si è rivelato completamente inattuabile. Era
stato approvato a novembre dal CdA di Banca di
Roma, ma già alla prima scadenza, la certificazione
del bilancio entro il 30 giugno e il reperimen-
M to di 130 milioni di euro entro il 15 settembre, è
saltato. L’unica strada sarebbe stata quella di vendere
l’As Roma, ipotesi divenuta anch’essa inattuabile
il 17 aprile, quando ai rappresentanti del
potenziale acquirente, George Soros, pronto a investire
circa 280 milioni nell’operazione, fu detto
che c’era una fantomatica offerta araba di oltre
400 milioni.
Secondo il nuovo accordo le modalità di restituzione
del debito saranno scadenzate, con il primo
appuntamento previsto a fine 2010. In due anni
e mezzo bisognerà trovare 250 milioni attraverso
la dismissione di asset non strategici (tra i
quali i terreni di Torrevecchia, che presto diventeranno
edificabili, e il 67% del pacchetto azionario
di As Roma). Ci dovranno essere comunque
momenti di verifica alla fine di ogni anno da parte
di Unicredit, che non esercitato l’opzione call
sul 2% che le avrebbe consentito di diventare
azionista di maggioranza, ipotesi comunque non
gradita alla banca. In pratica, l’istituto diretto da
Alessandro Profumo chiederà periodicamente
conto ai Sensi dell’andamento delle dismissioni
finalizzate a rientrare del debito. In caso di mancato
adempimento un asset potrà passare direttamente
alla banca come forma di garanzia, o comunque
potrà scattare un mandato irrevocabile
a vendere proprio per Unicredit, che a quel punto
si occuperebbe direttamente delle dismissioni.
A firma avvenuta, bisognerà andare dai revisori
dei conti di Pricewaterhouse Cooper’s, per ottenere
la certificazione del bilancio di ItalPetroli
entro il 23 luglio, giorno in cui si terrà l’assemblea
degli azionisti della holding dei Sensi. La certificazione
potrà arrivare solo se Unicredit garantirà
che per ItalPetroli non esiste un rischio default.
In ogni caso, la scelta di quali e quanti asset
vendere spetterà solo alla famiglia Sensi, che però
potrebbe trovarsi vincolata alla banca nel caso
non riuscisse a rispettare le scadenze. In un modo
o nell’altro, andranno trovati 250 milioni di
euro entro il 2010. Giornata negativa, intanto, ieri
in borsa, dove le azioni giallorosse hanno perso
il 5,35% assestandosi su un prezzo finale di
0,7108 euro.
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