Ecco perchè Soros vuole la Roma

Il suo patrimonio è stato calcolato in 8,5 miliardi di dollari: secondo Forbes, è l'ottantesimo uomo più ricco al mondo. Si chiama George Soros, è di origine ungherese, ha 78 anni, divorziato due volte con cinque figli: emigrato negli Usa ha fatto fortuna con la Soros Fund Management. Appoggia Obama nella corsa alla Casa Bianca. E' lui che vuole la Roma: è interessato a fare un'offerta. Da circa 200 milioni (pochi...): poi si vedrà. I suoi emissari sono già a Roma: presto dovrebbero iniziare a trattare. Forse già domani. Non sarà facile, comunque. Ma perché Soros vuole la Roma? Che c'entra lui col calcio italiano? Vuole la Roma perché il club ormai è conosciuto in tutto il mondo (merito di Sensi, Spalletti, Totti...) e ha un suo valore forte di mercato: ma forse Soros è interessato anche ad altre attività della famiglia Sensi. La Roma è un club di calcio quotato in Borsa. Come la Lazio, che è stata la prima in Italia, e la Juventus. Il collocamento della società di Franco Sensi è partito il 23 maggio 2000 da una valutazione complessiva di 286 milioni di euro: l'azione valeva 5,5 euro, e le richieste avevano superato di tre volte e mezzo il quantitativo offerto. L'anno dopo la quotazione, la Roma ha vinto lo scudetto. Nel settembre 2004 un'azione giallorossa valeva solo 0,7 euro e il club aveva debiti lordi per 250 milioni. Franco Sensi ha messo sempre soldi suoi, ha ripianato i debiti vendendo anche, quando necessario, tanti "gioielli" di famiglia. Questo non va mai dimenticato ed è uno dei grandi meriti di un presidente inimitabile. "Facile per gli altri - ci diceva anni fa il presidente - non sono soldi loro...". All'inizio del 2004, ecco l'arrivo dei "cosacchi a San Pietro": i petrolieri russi si interessano alla Roma. Si tratta esattamente della Nafta Moska di Anatoli Kolotilin e Sulemain Kerimov. Base di partenza, 400 milioni di euro. Ma il Gruppo Nafta è anche interessato al Polo di Civitavecchia di Sensi, i depositi petroliferi e la partecipazione nel porto. Interviene il sindaco Walter Veltroni: "La Roma ai romani", il suo proclama. Ma ad opporsi è soprattutto Cesare Geronzi, patron di Capitalia che ha molto a cuore il destino di tanti club di calcio (troppi secondo alcuni). Lo stesso premier, Silvio Berlusconi, parla con il suo amico Vladimir Putin. La Guardia di Finanza fa un blitz nelle sedi di tutti i club: ricordate il caso plusvalenze, o doping amministrativo? E' finito (adesso) praticamente nel nulla. E i petrolieri alla fine hanno battuto in ritirata: spaventati o convinti chissà da chi. La vicenda si è tinta addirittura di giallo quando nel novembre 2006, Kerimov, l'imprenditore che voleva la Roma, è incappato in un misteriosissimo quanto brutto incidente sulla Promenade des Anglais, a Nizza, mentre era alla guida della sua Ferrari.

Adesso ogni azione della Roma vale circa 0,89 euro. Si ricomincia con le voci. Ora tocca agli americani. Vero? Falso? Si tratta solo di speculatori? Presto si capirà. Forse già domani, quando partirà (ufficialmente) la trattativa. Una cosa però è certa: la famiglia Sensi non ha nessunissima intenzione di svendere la "sua" Roma. Non la darà mai ad avventurieri. Il futuro è sicuro: i tifosi possono stare tranquilli. La Roma è un patrimonio non solo di Roma ma di tutto il calcio italiano: un club di pallone non è come un deposito di petrolio. Vale tot, e viene venduto. Un club di calcio è passione, cuore, sentimenti, lacrime, gioia. Vittorie e sconfitte. La Roma come le altre. Per questo un club di calcio ha un suo valore particolare. Qualcosa di speciale. Glielo spiegheranno anche a Soros e ai suoi emissari. Che per ora apprezzano la cucina romana...

Da Repubblica.it

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