
La cronaca è semplice. Quando la Roma ha raggiunto Ercolano, la frazione di Napoli ai piedi del Vesuvio forse un po' avventatamente scelta come sede del ritiro prepartita, l'ultimo scempio arbitrale era stato perpetrato da pochi minuti dall'altra parte d'Italia, a Milano, dentro San Siro. Spalletti, il suo staff, i giocatori, già amareggiati per la notizia appresa per telefono dell'ennesimo rigore regalato all'Inter, si sono spaventati alla vista di quegli scalmanati che hanno cominciato ad urlare il loro odio contro il pullman della Roma e solo due transenne rette da un robusto cordone di polizia hanno alla fine permesso ai componenti della comitiva giallorossa di avere un corridoio protetto per raggiungere la hall dell'albergo. All'esterno i cori sono continuati a lungo e questo ha indotto i romanisti a rimanere blindati dentro l'hotel. E a vivere una notte che a quel punto si preannunciava assai difficile.
Follie del calcio italiano e di una rivalità che già all'andata i due tecnici hanno provato a stemperare, ma che ormai è vissuta dalle tifoserie con un carico d'odio impressionante. Questo è il motivo per cui non ci saranno tifosi giallorossi e questo è il motivo in più per cui Spalletti considera la trasferta a un livello di rischio che la distanza di classifica tra le due squadre renderebbe immotivato. Quando gioca senza i suoi tifosi in trasferta, insomma, la Roma soffre. Solo riferendosi alle ultime uscite, il tecnico ricorda benissimo che a Siena non c'erano ed è finita malissimo, a Torino non c'erano ed è arrivata un'altra sconfitta, a Milano c'erano e il trionfo è stato impedito solo dalla presa di posizione di Rosetti, a Madrid c'erano e sono ancora ubriachi di gioia per l'impresa giallorossa. Oggi saranno 60.000 contro 11 e chissà quanti avvelenati come le avanguardie spedite ad Ercolano. La Roma non può aver paura anche se tornare a respirare l'aria avvelenata del campionato, con l'Inter tornata a +9 essenzialmente grazie all'ennesimo regalo arbitrale, ha fatto storcere il naso a più di qualche giocatore.
Facile lo slogan che fa da titolo alla volontà dei partenopei su questa partita: «Dopo aver riaperto il campionato - ha detto in settimana il dg Marino - ora vogliamo richiuderlo». Gli effetti della sbornia della vittoria sull'Inter, che ha indirettamente garantito un'iniezione d'entusiasmo anche alla Roma, non sono ancora esauriti. Attualmente il Napoli è undicesimo, ma ha davanti a sé tre-quattro squadre a portata di sorpasso e conquistare la prima metà della classifica sarebbe importantissimo per le ambizioni di Reja e per la perentorietà con cui il presidente De Laurentiis affronterà il prossimo mercato. In casa, gli azzurri hanno conquistato sette delle nove vittorie di questo campionato, lasciando il bottino pieno solo a Cagliari, Genoa e Empoli, tre squadre di terza fascia. Ma la Roma, ovviamente, deve solo temere se stessa. Il rischio è che la smisurata soddisfazione di Madrid possa aver tolto qualche motivazione ai calciatori, ma è anche vero che la condizione generale sembra ormai ottimale e che la maturità tattica raggiunta non sembra consentire sottovalutazioni di sorta.
Per non sbagliare, Spalletti sembra orientato a non cambiare la formazione che ha schiantato il Real Madrid, magari inserendo semplicemente Vucinic al posto di Mancini, per non disperdere il patrimonio di potenzialità del montenegrino, mai così brillante. L'altro dubbio riguarda il ruolo di trequartista centrale, dove Perrotta sembra favorito su Pizarro. Così come sembrano sicuri della conferma Cicinho e Aquilani, due tra i migliori in campo nell'esaltante mercoledì di Champions. Del turn over, per ora, non si avverte il bisogno. Il prossimo impegno agonistico è sabato all'Olimpico col Milan. L'impegno morale di oggi è rimettere l'Inter nel mirino.
(fonte il Romanista)
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