Napoli – Roma 1-3: partita incredibile e segnali di resa

Napoli – Roma 1-3: partita incredibile e segnali di resa

Di Paolo Esposito

Il gergo calcistico imporrebbe una formula per sintetizzare una partita come Napoli – Roma: al San Paolo è successo di tutto. Due autogol, un palo per parte, un gol mangiato a due metri dalla porta vuota, un gol regolare annullato e tante, tantissime occasioni da gol, da una parte e dall’altra. Non basterebbe il famoso rotolone di carta della pubblicità per scrivere novanta minuti di cronaca di una partita che rilancia la Roma di Luis Enrique e condanna contemporaneamente all’anonimato Mazzarri e il suo Napoli.

Non è importante vincere o perdere la singola sfida in un campionato che ne conta quasi quaranta. E’ necessario approfondire le tematiche che la gara offre e confrontarle con i cosiddetti “dati aggregati”, quelli di un’intera parte di stagione. Il Napoli ha raccolto quattro punti tra Chievo, Fiorentina, Parma, Cagliari, Catania, Atalanta, Novara e Roma. Nessuna vittoria, quattro pareggi e altrettante sconfitte. Ma il dato che allarma di più è quello del rendimento in casa. Dei 17 gol subiti in totale, 11 sono stati presi al San Paolo. La Champions toglie energie, si dirà, fisiche e mentali. D’accordo, ma se questa squadra non è dimensionata per il doppio impegno era necessario rinforzare l’organico con gente che conoscesse il significato della locuzione “lottare su due fronti”.

Lottare, per l’appunto, un verbo coniugato poco e male in campionato quest’anno dagli uomini di Mazzarri. Ancor meno e in modo preoccupante nelle ultime due gare, in trasferta contro il modesto Novara, triturato nel pomeriggio dalla Juve, e in casa contro la Roma. Una squadra distratta, approssimativa, alla quale riescono giocate sensazionali, vedi il tiro al volo di Maggio su lancio di sessanta metri, ma che poi si perde in banali errori di copertura, come nell’occasione del gol regalato ad Osvaldo.

E’ preoccupante anche l’atteggiamento dell’allenatore dopo una partita del genere. La squadra ormai imposta il gioco per la maggior parte con lanci lunghi che partono direttamente dalla difesa, un suicidio quando si gioca su un campo bagnato dalla pioggia. La reazione allo svantaggio è stata confusa e inconcludente, oltre che sfortunata. Ma imputare solo al fato una sconfitta del genere è quanto meno segnale di perdita del famoso bandolo della matassa.

Un lato positivo in tutto ciò esiste. Il Napoli ha l’opportunità di rilanciarsi subito, mercoledì contro il Genoa, ancora in casa. Poi ci sarà una sosta che capita quanto mai al momento giusto, per ricaricare le batterie e per guardarsi finalmente in faccia, tutti assieme e con un po’ di calma, per dare un senso a questa stagione. Cosa succederebbe se ci si rendesse conto che la zona Champions, ad oggi distante dieci punti, non rappresenta un orizzonte raggiungibile? Ai posteri l’ardua sentenza. Per il momento Napoli, quella dei tifosi, resta in attesa del nuovo gioiello proveniente dal Cile. Si tratta di Edu Vargas, Turboman per i suoi fans. Ne parlano tutti un gran bene, ma Mazzarri dice di non conoscerlo e di non averlo segnalato allo staff di osservatori. Mai come in questo caso, sarebbe opportuno mettere da parte i convenevoli e pensare un po’ di più al campo.

Paolo Esposito

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