Roma, Rosella Sensi: "Siamo un vero gruppo" (Il Romanista)

Rosella:Siamo un vero gruppo

«Con lo staff rapporto ottimo: mi ascoltano e li ascolto
E tutto quello che viene è frutto del lavoro di squadra»

Di DANIELE GALLI
«La Roma di oggi è collaborazione
e lavoro di gruppo». Da poco
più di quindici giorni Rosella
Sensi è da sola al comando del club. Da sola,
per modo di dire. Il Presidente guida, la
squadra lo segue. Confrontandosi, sempre.
Ai microfoni di Radio Uno, la Sensi racconta
la vita di un club gestito con piglio e fermezza,
ma sempre nel rispetto dei ruoli. Tanto
che sul rapporto con Spalletti e lo staff dice:
«È ottimo. Mi ascoltano come io d’altronde
faccio con loro. La Roma di oggi è collaborazione
e lavoro di gruppo. Tutto quello che
viene è frutto di confronto e lavoro di un
team». Squadra sul campo, squadra fuori. È
lo stile Roma. Dei Sensi. Il Presidente donna
è merce rara, poi. E la Sensi non può non esserne
orgogliosa. Oltre a Roma, la Serie A (tra
i “pro” ci sono anche Elisabetta Pasini alla
Pro Sesto e Valentina Maio al Lanciano) è rosa
a Bologna, dove comanda Francesca Menarini.
Pochi giorni prima di insediarsi, la figlia
del costruttore Renzo illustrò ai giornalisti
quale modello di presidente avrebbe seguito:
«Chiederò a Rosella Sensi».
Eccezioni, appunto. «Se guardo alle altre
grandi nazioni che rappresentano il calcio -
prosegue la romanista numero uno - non mi
viene in mente una donna che abbia il ruolo
di presidente». Colpa dell’eccessivo numero
di cromosomi “xy” che popolano questo
sport, per la Sensi: «Il mondo del pallone e
quello della Lega calcio è molto maschile, ma
non così maschilista, o almeno con me non
lo fanno trasparire. Non ho avuto grandi difficoltà
di inserimento, se non all’inizio l’imbarazzo
di sedere a un tavolo molto prestigioso
». Il Presidente è convinto che l’altra
metà del calcio, in questo momento, possa
dare il proprio contributo: «Ora, c’è una carica
vincente delle donne. Perché è meno
scontato che vinca una donna e forse è questo
che viene notato di più. Una donna, oggi,
dimostra quello che non poteva fare qualche
anno fa». Alla radio, Rosella torna a confessare
un suo vecchio desiderio: «Volevo fare la
giornalista, stare dall’altra parte del tavolo,
magari sempre nel mondo dello sport. Rimane
tutt’ora un mio desiderio». Il destino le ha
riservato qualcosa di diverso. Se volete, anche
migliore. Essere stata la figlia di Franco
Sensi, e avere preso ora per mano la sua Roma,
non sono cose da poco. Infatti, è lei stessa
a non rimpiangere nulla: «Sono anche orgogliosa
di fare questo lavoro, che mi dà molta
energia».
Come quella che mette nelle riunioni di
Lega, di cui è vice presidente vicario. Sulle
grandi questioni, spesso e volentieri Rosella
è riuscita a far sentire la sua voce, quando era
“semplicemente” amministratore delegato.
Il presidente Matarrese l’ascolterà presto.
Perché alla Sensi l’idea di piazzare delle celle
negli stadi non piace proprio: «Non basta
mettere dentro i violenti, bisogna tenerli
dentro. Quello della violenza negli stadi è un
aspetto molto delicato, non c’è una soluzione
così rapida. L’esempio è quello dell’Inghilterra.
Quello che hanno fatto ci dimostra che
è qualcosa di attuabile».

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